Credito di imposta per investimenti in beni strumentarli: come si usa?

Il credito di imposta per investimenti in beni strumentali è nato in Italia per le imprese. Chi ha un’attività industriale avrà valutato i vantaggi di questo credito, ma anche se possa o meno fare al caso dell’imprenditore.

Lo Stato ha destinato questo incentivo a tutte le società che sono su territorio italiano – o hanno una organizzazione stabile nel Paese – permettendo di investire su beni strumentali materiali e non ma nuovi. Lo scopo primario dei questo credito di imposta è quello di dare un aiuto concreto alle società italiane che vogliono migliorare l’aspetto tecnologico. Grazie a questo incentivo si fornisce a tutto il sistema industriale in Italia, uno sviluppo maggiore dei vari processi digitali: discorso che si può approfondire leggendo questo articolo pubblicato da mareconsulting.net.

Oggi come oggi è veramente importante poter dare un supporto alla rete industriale italiana, garantendo in ogni modo il progresso tecnologico e lo sviluppo economico che possano andare di pari passo.

In merito al Decreto Attuativo del Piano Transizione 4.0 ci sono delle novità all’interno della Legge di Bilancio. Tra le cose importanti da evidenziare c’è il fatto che grazie alla Manovra 2021 sia possibile usufruire di questo credito di imposta per tutto il 2021 e anche nel 2022, con un rafforzamento di aliquote e tetti.

È sicuramente una opportunità da prendere al volo per le imprese italiane. Un modo per investire nello sviluppo digitale – tecnologico con il supporto dello Stato. Ma scopriamo insieme di che cosa si tratta e quali sono le caratteristiche del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali.

Che cos’è il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

Il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali – chiamato anche Bonus Strumentali – è un incentivo dello Stato a carattere fiscale in merito agli acquisti che vengono effettuati dal 1° gennaio 2020 con estensione sino al 31 dicembre 2022.

Questo si ottiene quando:

  • Si acquistano beni strumentali all’esercizio dell’azienda. È un caso particolare per il miglioramento e/o trasformazione tecno digitale dell’impresa. Il credito viene riconosciuto con un 40% per il costo – investimenti che arrivano sino ad una soglia di 2,5mln di Euro. Per gli investimenti che superano i 300mila euro è necessario avere una perizia o attestazione di conformità da parte di un soggetto accreditato.
  • Si acquistano beni immateriali con accessibilità al 15% in base al costo dell’investimento. Il tetto massimo è di 700mila euro ed è un investimento che mira al miglioramento dell’impresa su piano digitale.

Chi può accedere al credito di imposta investimenti beni strumentali?

Per accedere al credito d’imposta investimenti beni strumentali, l’azienda dovrà essere residente in Italia. Non ci sono problemi in merito alla forma giuridica, comparto economico o regime fiscale: inoltre possono accedere anche le aziende non residenti ma che hanno sede fissa in Italia dove viene svolta la maggior parte  – o tutta – l’attività.

Chi è escluso dal credito di imposta per investimenti in beni strumentali? Tutte le aziende che si trovano in crisi, in liquidazione, in fallimento o destinatarie di sanzioni interdittive per la violazione del Decreto Legislativo 231/2001.

La domanda per la richiesta viene presentata tramite modulo allegando i documenti che attestano il tipo di investimento svolto per beni che sono indicati all’interno del testo di legge: questi sono perizia tecnica e attestato di conformità.

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