Fisiokinesiterapia: Di Cosa si Tratta?
La fisiokinesiterapia ha radici antiche che risalgono alla Grecia di Ippocrate e Galeno, i primi al mondo che sperimentarono le tecniche di trattamento, totalmente naturali, che aiutano il paziente nella riabilitazione fisica motoria e nel trattamento del dolore cronico.
Oggi sono i laureati in fisioterapia gli unici abilitati ad effettuare trattamenti di fisiokinesiterapia, una disciplina medica di riabilitazione fisica e psicologica che include molteplici branche della medicina quali: la reumatologia, l’ortopedia, la neurologia, la pneumologia, la pediatria, la geriatria, la cardiologia, la stomatognatica, la ginecologia e l’urologia.
Il fisioterapista agisce con massaggi, manipolazioni e vari esercizi che sono studiati e mirati per l’accertamento e la risoluzione di infortuni e varie patologie. La maggior parte delle volte i fisioterapisti svolgono la loro opera parallelamente ad altre cure e consultandosi con gli altri medici che seguono il paziente.
Gli esercizi di fisiokinesiterapia si dividono in tre gruppi principali:
- Passivi – Il paziente si rilassa e resta totalmente passivo mentre il fisioterapista effettua le manipolazioni e gli esercizi sulla parte interessata dal trattamento. Gli esercizi passivi rappresentano il primo approccio alla fisiokinesiterapia e consentono al medico di esplorare e verificare al meglio le complicanze che affliggono il paziente e conoscere la soglia del dolore. Rientrano in questi esercizi anche tutte le manipolazioni che non riguardano i soli atti motori quali la respirazione e i tessuti molli. Gli interventi di fisiokinesiterapia alla spalla sono un ottimo esempio di fisiokinesiterapia passiva.
- Attivi – In questa fase il paziente è coinvolto in modo diretto negli esercizi è lui che partecipa al trattamento, attivando volontariamente i muscoli, le articolazioni ed eseguendo gli esercizi, il medico in questo caso verifica la corretta esecuzione dei vari movimenti.
- Attivi assistiti – In questo caso medico e paziente operano all’uninsono durante l’esecuzione degli esercizi, il medico accompagna fisicamente il paziente aiutandolo a raggiungere la corretta postura e la giusta ampiezza dei movimenti. Di norma questa è la fase nella quale il paziente non è totalmente attivo ma deve comunque riuscire a muoversi da solo.
La fisiokinesiterapia, benefici e indicazioni
Le applicazioni della fisiokinesiterapia sono infinite e non sono dedicate solo alla riabilitazione post-traumatica o post-operatoria ma includono anche percorsi riabilitativi dopo un ictus o una paralisi cerebrale, e il trattamento dei visceri per la cura dell’apparato digerente.
La fisiokinesiterapia ottimizza anche l’attività respiratoria e circolatoria, migliora il metabolismo e può essere utile anche in gravidanza soprattutto prima del parto.
La fisiokinesiterapia non ha alcuna controindicazione, prima di essere praticata necessita solo di un attento e profondo esame della situazione del paziente, in modo da ottenere i risultati pianificati dal fisioterapista.
Le sedute di fisiokinesiterapia possono avere una cadenza giornaliera, nel caso di un atleta giovane che debba recuperare da un’infortunio nel modo più veloce possibile, andranno invece calibrate e diluite nel tempo se il paziente è anziano, al fine di non stressare fisico e mente.
I trattamenti durano da un minimo di 30 minuti ad un massimo di 60 minuti, durante i quali è fondamentale che il malato comunichi al fisioterapista tutte le sensazioni avvertite in modo preciso e repentino.
Va anche sottolineato che durante gli esercizi e le manipolazioni la soglia di dolore deve essere minima, il degente non deve mai soffrire e in caso di affaticamento deve comunicarlo al suo terapista.
Mentalmente il paziente deve vivere i trattamenti in modo intenso ed entrare in totale simbiosi con il terapista, solo cosi infatti si possono raggiungere il massimo dei risultati, la guarigione sarà infatti raggiunta, grazie alla reciproca collaborazione.
Tutti i trattamenti di fisiokinesiterapia sono fiscalmente deducibili
La fisiokinesiterapia rientra per legge nei trattamenti di riabilitazione e quindi tutte le spese relative ai trattamenti possono essere dedotte fiscalmente (fonte: gipo.it) ai fini IPERF, anche qualora siano effettuati all’estero.
L’aliquota è del 19% sul totale delle spese effettuate durante l’anno, sia per sè che per i familiari a carico, l’importante è conservare fatture, parcelle e ticket.
Per la detrazione fiscale delle spese mediche ad oggi non esistono modelli precompilati quindi bisogna includerle nelle dichiarazioni dei redditi o affidarsi al CAF o a un professionista, ovviamente rispettando le scadenze previste dalla legge.