GUIDA: Come scegliere la caldaia in 3 step

Quando si acquista una nuova casa oppure si decide di ristrutturare un’abitazione già esistente ci si può scontrare con diversi aspetti, più o meno semplici da gestire.

Se ci si affida ad un professionista, il problema non si pone. Sarà questa figura (l’architetto, il geometra, il direttore lavori) ad occuparsi di “tradurre” nel modo più facile possibile gli aspetti più complessi che riguardano i lavori.

Se invece si predilige il “fai da te”, la situazione si può complicare.

Una delle valutazioni fondamentali da fare quando si acquista casa oppure si ristruttura, e anche una delle più complicate perché prevede delle competenze tecniche, è la scelta della caldaia. È essenziale scegliere la caldaia giusta in base al tipo di abitazione in cui andrà installata e soprattutto in base ala metratura dell’abitazione stessa.

La caldaia è l’apparecchio più utilizzato per il riscaldamento domestico e/o per la produzione di acqua calda sanitaria e, proprio per l’importante lavoro che svolge all’interno dell’abitazione, è importante sceglierla nel modo corretto.

Ecco allora le istruzioni per scegliere la caldaia giusta per la propria casa e mettere la spunta di “fatto” ad una delle voci più importanti e più ostiche della “to do list”.

Step 1: caldaia a camera aperta o caldaia a condensazione?

Il primo scoglio da superare è capire se la caldaia che va bene per la propria abitazione è a camera aperta oppure a condensazione. Le caratteristiche estetiche delle due tipologie sono simili, quello che cambia radicalmente sono le modalità con cui viene prelevata l’aria comburente e il tiraggio, che può essere naturale o forzato.

Le caldaie a camera aperta prelevano e bruciano l’aria comburente dal locale in cui sono installate. Vanno quindi messe in locali ben areati per assicurare un flusso d’aria sufficiente a garantire il tiraggio della canna fumaria e la corretta combustione. Utilizzano il sistema a tiraggio naturale che, tramite una piccola apertura frontale, preleva l’aria comburente.

Vengono solitamente installate in cucina (è vietato per legge installarle in bagno o in camera da letto) e solo per sostituire una caldaia a camera aperta già installata in un appartamento, dove esiste un’unica canna fumaria che si ramifica per servire i vari appartamenti.

Le caldaie a condensazione invece prelevano l’aria comburente dall’esterno e per questo motivo possono essere installate anche in ambienti piccoli. Prelevano l’aria comburente dall’ambiente esterno ed espellono i fumi dopo la combustione utilizzando un sistema a tiraggio forzato.

Le caldaie a condensazione si possono installare:

  • in abitazioni di nuova costruzione (sia appartamenti che case indipendenti)
  • in sostituzione di una caldaia tradizionale a camera stagna installata sia in appartamenti che in case indipendenti
  • in palazzine dove ogni appartamento ha la propria canna fumaria (quindi non si installa nei contesti dove la canna fumaria è unica e si ramifica nelle varie abitazioni)

Step 2: alimentazione a metano o GPL?

Una volta stabilito il tipo di caldaia da acquistare, serve sapere con che tipo di alimentazione farla funzionare.

Le 2 tipologie più tipiche sono il metano e il GPL.

Negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede i sistemi ibridi. Sono sistemi innovativi ad alto rendimento e a basso consumo che prevedono l’utilizzo di una caldaia che lavora in abbinamento ad una pompa di calore. La centralina elettronica del sistema ibrido è in grado di decidere quando far funzionare la caldaia o la pompa di calore in base ai parametri impostati manualmente e relativi alla temperatura esterna di riferimento. Generalmente: se la temperatura esterna si aggira intorno ai 6/7° o superiore il riscaldamento funziona in pompa di calore. Per temperature inferiori ai 6/7°, entra in funzione la caldaia.

In questo modo, si ottimizzano costi e benefici in base al combustibile usato (energia elettrica o gas metano).

Nei sistemi ibridi dove è previsto accumulo sanitario l’acqua sanitaria è riscaldata direttamente dalla pompa di calore o dalla caldaia. Nei sistemi dove non è previsto è la caldaia ad occuparsi del riscaldamento dell’acqua, con una produzione istantanea.

Le caldaie possono lavorare anche in abbinamento ai pannelli solari.

Le caldaie che lavorano con i pannelli solari hanno sempre bisogno dell’accumulo. Alcuni modelli vengono prodotti direttamente con all’interno il kit necessario per l’interfaccia con i pannelli ma, in ogni caso, tutte le caldaie possono essere completate con questo kit.

Step 3: quanto deve essere potente la caldaia?

Per stabilire la potenza della caldaia bisogna prendere in considerazione diverse variabili ed effettuare dei calcoli che solo un tecnico specializzato può fare correttamente. Per semplificare la scelta, trovate di seguito un dimensionamento tipo che può essere utile per orientarsi sull’acquisto ma che non sostituisce il lavoro del professionista.

Abitazione fino a 120 mq con 1 bagno = caldaia da 24-25 kw

Abitazione sopra i 120mq con 2 bagni = 28-30 kw

Abitazione sopra i 120mq con 3 o più bagni = caldaia con accumulo di acqua calda sanitaria

Il mercato delle caldaie è molto vasto e le marche tra cui scegliere sono molte e di diversa qualità.

Il suggerimento è di cercare di acquistare marche note e che operano sul mercato di diversi anni, così da poter sfruttare l’esperienza e la competenza accumulata.

Un esempio su tutti è Vaillant (www.vaillant.it) che con oltre 140 anni di esperienza è una delle aziende tecnologicamente più al passo con i tempi e con una capillare rete di centri assistenza su tutto il territorio nazionale.

Secondo il DPR 74/2013 s.m.i. tutti gli impianti termici devono essere sottoposti a controlli periodici.

I controlli da effettuare sono di 2 tipi:

  • la manutenzione: serve per controllare e preservare nel tempo la caldaia e i suoi componenti. La frequenza con cui deve essere effettuata varia da marca a marca e l’indicazione precisa è indicata nel Libretto di Uso e Manutenzione. Solitamente la manutenzione va fatta ogni anno
  • il controllo fumi (chiamato anche controllo di efficienza energetica): viene fatto in concomitanza alle operazioni di manutenzione. Per gli impianti alimentati a gasolio, pallet o legna deve essere fatto ogni 2 anni; per quelli alimentati a metano o GPL ogni 4.
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