I migliori trattamenti per curare le piaghe da decubito

Le piaghe da decubito, chiamate anche lesioni da pressione o ulcere, sono lesioni della pelle e dei tessuti causate dalla compressione prolungata di un tessuto molle (pelle, sottocute, muscolo) tra una sporgenza ossea sottostante, in profondità, e una superficie esterna di appoggio.

Questo genera un minor afflusso di sangue e nutrimento ai tessuti che vengono compressi.

Le piaghe da decubito perciò si formano per lo più nelle zone sovrastanti le sporgenze dello scheletro (sacro, ischio, talloni, nuca, rachide, ecc.).

L’incidenza di questa patologia è purtroppo ancora rilevante, sia nelle persone ricoverate nei reparti ospedalieri, sia nelle residenze sanitarie assistenziali, RSA, sia nell’assistenza domiciliare e si associa a una grave complessità del malato.

Dove si formano le piaghe da decubito

Le piaghe da decubito, si formano sempre nelle regioni anatomiche dove ci sono salienze ossee che con la pressione continua della posizione forzata (pazienti lettizzati per lungo tempo e costretti a posture obbligate) provocano un’ischemia con sofferenza tissutale.

Le ulcere da pressione si possono sviluppare su ogni punto del corpo. Le localizzazioni classiche e più frequenti sono a livello della regione sacrale (30-40%), del tallone (15-20%), della regione ischiatica (5-15%), all’altezza dei grandi trocanteri (10-15%) e del malleolo laterale (6-7%).

Circa il 95% dei casi di decubito si manifestano in queste localizzazioni. La sede delle lesioni varia naturalmente a seconda del tipo di posizione nella quale un corpo è forzatamente immobilizzato:

  • Posizione supina: sacro, talloni, apofisi spinose vertebrali, spina della scapola, nuca.
  • Posizione laterale: trocantere, cresta iliaca, malleoli, bordo esterno del piede, ginocchio spalla, regione della scapola, gomito, padiglione auricolare, zigomo.
  • Posizione prona: zigomo, regione temporale, padiglione auricolare, arcate costali anterolaterali, spina iliaca antero-superiore, ginocchia.
  • Posizione seduta: gomito, regione del coccige, tuberosità ischiatiche, angoli di sporgenza costale nei cifoscogliotici, aree compresse ai bordi della sedia da ciambelle cuscini o padelle.

Spesso soprattutto all’inizio della formazione della piaga o dell’ulcera è consigliato applicare creme ad azione cicatrizzante per evitare che la ferita si infetti e diventi più profonda, nello specifico molto utile in questi casi è l’uso di Fitostimoline una crema cicatrizzante a base di estratto acquoso di Triticum Vulgare

Quali sono le cause che generano le piaghe da decubito

Condizione necessaria affinchè si verifichino delle lesioni da decubito è l’immobilità in una certa posizione, pertanto se il soggetto è costretto a stare a letto, anche per lunghi periodi, ma cambia frequentemente posizione raramente si verificano delle lesioni da decubito, nelle arteriole che irrorano i vari tessuti, la pressione si aggira mediamente intorno ai 30 mm/Hg, se la compressione dei tessuti tra l’osso ed il piano del letto, della sedia o della poltrona è tale da superare la pressione di perfusione delle arteriole il passaggio del sangue viene impedito, e se tale situazione si protrae per tempi lunghi si verificano fenomeni di sofferenza tissutale fino alla necrosi dei tessuti coinvolti. Le cellule dei vari tessuti resistono senza apporto di ossigeno e di sostanze nutritive anche per periodi prolungati, pertanto se il soggetto cambia frequentemente posizione non si verificano danni sostanziali.

Le patologie che più frequentemente determinano l’insorgenza di piaghe da decubito sono:

  • Patologie neurologichequali esiti di eventi vascolari cerebrali, parkinsonismi in fase avanzata e altre patologie degenerative neurologiche (es. SLA), esiti di lesioni midollari, con para o tetraplegia, situazioni in cui il soggetto ha notevoli limitazioni o è impossibilitato a cambiare di posizione autonomamente mentre è a letto o seduto.
  • Patologie ortopedichequali esiti di fratture specie degli arti inferiori, dei corpi vertebrali rachide, del bacino con immobilità prolungata, e severa limitazione funzionale.
  • Decorsi postoperatoricon allettamento prolungato.
  • Soggetti in stato di coma.

Fermo restando che la causa principale dell’insorgenza delle lesioni da decubito è l’interruzione prolungata del flusso sanguigno, esistono delle cause che ne facilitano l’insorgenza quali:

  • materasso o piano della sedia o della poltrona rigidi;
  • incontinenza urinaria e fecale con permanenza prolungata di feci ed urine a contatto della cute;
  • magrezza accentuata del soggetto con superfici ossee eccessivamente prominenti(specie regioni trocanteriche, corpi vertebrali, malleoli, sacro);
  • obesità, il tessuto adiposo è già di per sé scarsamente irrorato, se compresso va rapidamente incontro a fenomeni di ipossia tissutale;
  • patologie debilitanti con carenze nutrizionali che rendono la cute ed i tessuti in genere più fragili.

Come si classificano le piaghe da decubito

Per una corretta classificazione delle piaghe da decubito è fondamentale prendere in considerazione ulteriori caratteristiche, come la localizzazione della piaga, le dimensioni, il tipo di tessuto, i bordi, e considerare lo stato della cute intorno alla lesione. È utile perciò ricorrere ad un’altra classificazione, basata sugli stadi della piaga da decubito (stadiazione).

  • Stadio I: eritema fisso (che non scompare alla digito-compressione) della cute integra; altri segni indicativi dell’imminente insorgenza della lesione possono essere lo scolorimento cutaneo, il calore o l’indurimento
  • Stadio II: ferita a spessore parziale che coinvolge l’epidermide e/o il derma. La lesione è superficiale e clinicamente si presenta come una abrasione, una vescicola o una lieve cavità
  • Stadio III: ferita a tutto spessore che implica danno o necrosi del tessuto sottocutaneo che si può estendere fino alla sottostante fascia muscolare senza però attraversarla; la lesione si presenta clinicamente come una cavità profonda che può sottominare o meno il tessuto contiguo
  • Stadio IV: ferita a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, necrosi e danno ai muscoli, ossa e strutture di supporto (tendini, capsule articolari). La presenza di sottominature del tessuto e di tratti cavitari può essere associata a lesioni da decubito di stadio 4.

Classificare correttamente una lesione da decubito è il primo passo da compiere per un giusto percorso di guarigione che indirizza verso la scelta del protocollo terapeutico più adatto da seguire.

Come trattare le piaghe da decubito

Poiché l’immobilità prolungata è un fattore di rischio per lo sviluppo delle piaghe da decubito, è consigliabile adottare alcune accortezze che aiutino a prevenire il peggioramento dei sintomi, la contaminazione batterica o la formazione di nuove lesioni. Tali accorgimenti sono elencati di seguito.

  • Chiedere consiglio ad un medico. Le piaghe da decubito devono essere trattate da un medico il prima possibile, in modo da dare al paziente cure idonee in tempi rapidi.
  • Effettuare una movimentazione continua del malato. È consigliabile aiutare il paziente allettato o costretto alla sedia a rotelle a cambiare posizione il più spesso possibile, almeno ogni due ore. Questa mobilizzazione deve venire effettuata delicatamente, senza provocare uno sfregamento sulla cute: può essere utile, ad esempio, servirsi di un lenzuolo di trazione posto sotto il corpo del paziente.
  • Utilizzare corretti ausili antidecubito. È importante eliminare il più possibile la pressione sulla superficie corporea, utilizzando degli specifici presidi antidecubito che aiutino a ripristinare un corretto flusso sanguigno. L’utilizzo di sollevatori, letti articolati, materassi, talloniere e cuscini antidecubito, è utile sia per il trattamento che per la prevenzione di queste lesioni ulcerose.
  • Non affidarsi a rimedi casalinghi, che rischiano di peggiorare ulteriormente la sintomatologia.
    Effettuare controlli della pelle ravvicinati nel tempo. È bene porre attenzione alle zone del corpo in cui si potrebbero formare le piaghe da decubito, controllandole ogni giorno.
  • Curare l’igiene personale. Una pelle umida a causa di sudore o urine è un fattore di rischio che contribuisce all’insorgenza di tali lesioni. È consigliabile, perciò, dedicare del tempo a effettuare un’accurata detersione della pelle. È importante anche proteggersi dall’eccessiva sudorazione, evitando di indossare capi costituiti da materiali sintetici o impermeabili e utilizzare, invece, indumenti e lenzuola traspiranti.
  • Pulire la lesione. La lesione ulcerosa deve essere pulita con detergenti a pH bilanciato, secondo le indicazioni dello specialista.
  • Proteggere la lesione. Dopo la detersione, è indicato l’utilizzo di un prodotto specifico che aiuti a prevenire le infezioni batteriche.
  • Applicare una crema apposita. Dopo aver pulito la ferita è utile aiutare il processo di riepitelizzazione mantenendo un’adeguata idratazione della cute. Per questo può essere utile l’utilizzo di crema specifica su questo tipo di lesioni cutanee, seguita dall’applicazione di una garza sterile.
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