Pulizia o Sanificazione? Quali sono le differenze
La pulizia dei luoghi di lavoro è da sempre uno dei fattori che richiede un’attenzione particolare nelle diverse aziende, in quelle alimentari come nelle realtà industriali nonché, naturalmente, all’interno delle strutture sanitarie. Un elemento ancora più centrale da quando nel 2020 è cominciata l’emergenza Covid-19 con cui ci troviamo a relazionarci stabilmente già da due anni.
Se all’inizio si trattava di un fenomeno nuovo e che ci ha trovato poco preparati, e questo vale non solo per gli italiani, oggi qualche conoscenza in più sul virus indubbiamente l’abbiamo.
Tra le misure più efficaci ci sono quelle che riguardano la pulizia degli ambienti. Pertanto, l’organo competente in Italia, dal punto di vista normativo, è l’Istituto Superiore di Sanità, la cui attività è a stretto contatto con il Ministero della Salute e le istituzioni dell’Unione Europea che garantiscono il puntuale coordinamento delle misure all’interno degli Stati membri.
Una domanda nasce spontanea ed è a questa che cerchiamo di dare una risposta in questo approfondimento: è giusto parlare, oggi, di pulizia o è piuttosto preferibile utilizzare la parola sanificazione? La questione è cruciale, proprio in virtù di quanto disposto dalle autorità sul tema dell’igiene all’interno delle strutture di lavoro. Vediamo meglio perché.
La differenza tra sanificazione e pulizia
I termini sanificazione e pulizia sono spesso utilizzati come sinonimi ma, tuttavia, non indicano esattamente la stessa cosa. Iniziamo col vedere il concetto di pulizia. Per pulizia, all’interno degli ambienti, si intende la rimozione del grosso dello sporco, niente di più.
Più complessa, invece, la definizione di sanificazione che è individuata dalle norme attuali come l’insieme di pratiche di pulizia e/o disinfezione che vengono effettuate così da garantire la migliore qualità dell’aria. La sanificazione, quindi, comprende la pulizia ma non si esaurisce nella sua attuazione. Secondo gli standard attuali la sola pulizia non è assolutamente sufficiente. Questo era valido già da prima della pandemia in diverse strutture ma oggi, con l’emergenza Covid-19 in corso, lo è ancora di più. Indispensabile conoscere i protocolli sanitari in vigore, diversi a seconda che la struttura sia presente in ambito sanitario oppure no.
Possiamo affermare senza esitazione che la pulizia non è assolutamente da sottovalutare e, pertanto, avere al proprio fianco un’impresa specializzata nella sanificazione come Pulistar, che è una società certificata in grado di rispondere non solo alle diverse esigenze della quotidianità ma anche agli eventuali imprevisti, rappresenta una vera e propria sicurezza per le aziende.
Le disposizioni per le strutture sanitarie
A definire le disposizioni per le strutture sanitarie, ma anche per quelle non sanitarie, è l’Istituto Superiore di Sanità, secondo il quale non è sufficiente, come abbiamo accennato, la pulizia ma è indispensabile la sanificazione. Per ottenere una migliore qualità dell’aria, come previsto dalla sanificazione, non basta installare un buon deumidificatore, il quale si rivela comunque un supporto efficace ancora di più nei modelli più attuali che presentano un minore impatto a livello energetico. Indispensabile, pertanto, utilizzare specifici detergenti.
Secondo quanto disposto dal protocollo dell’ISS per la prevenzione della trasmissione del Covid-19 i detergenti impiegati all’interno degli ambienti sanitari è imprescindibile che abbiano un’azione battericida, fungicida e, naturalmente, virucida. Si tratta di prodotti avanzati quali i PMC, ovvero i Presidi Medico Chirurgici e i biocidi per i quali sono valide le certificazioni UNI EN 14476:2015 e UNI EN 16777:2019, non solo in Italia ma in tutti i Paesi dell’Unione Europea.
Non solo, le disposizioni in vigore per le strutture sanitarie, pubbliche e private, richiedono l’adeguata sanificazione degli spazi comuni, in particolare i bagni, le sale d’attesa, gli arredi, i pavimenti, le superfici di contatto come porte, finestre, corrimano e maniglie, i locali, i canali aeraulici nonché le diverse strumentazioni mediche.
E le strutture non sanitarie?
Quanto predisposto dall’Istituto Superiore di Sanità per le strutture non sanitarie, per un report dettagliato vi rimandiamo nuovamente all’indirizzo web ufficiale https://www.iss.it/ , non sono molto diverse da quelle delle strutture sanitarie, dal momento che il virus è, parlando in parole semplici, sempre lo stesso, e i prodotti adibiti alla sanificazione risultano i medesimi.
Per le aziende del settore alimentare come per quelle dell’edilizia, comprese quelle che si vedono a pensare di noleggiare un bagno chimico in fase di cantiere, la procedura è la stessa. I prodotti individuati per la sanificazione devono aver ottenuto l’approvazione da parte dell’ISS in collaborazione col Ministero della Salute e l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche. Gli standard di riferimento sono quelli UNI EN 14476:2015 e UNI EN 16777:2019.
La pulizia dei luoghi di lavoro si rivela imprescindibile essendo legata alla salute delle persone che vi lavorano e a quante si trovano di passaggio, nel caso la struttura sia aperta al pubblico. Le misure di sanificazione si sono rivelate cruciali nella lotta al virus, portando risposte concrete nonostante il mutare del Covid-19.