Paura per Papa Francesco, il Resto del Carlino annuncia un tumore
Roma: “Non dovrebbe essere necessario alcun tipo di intervento chirurgico”. L’infermiera è sollevata. Quando ha letto il nome del paziente quasi non ci voleva credere.
E, oggi che gli esami avrebbero evidenziato che “quella macchia, un piccolo tumore al cervello, si può curare senza portare il paziente in sala operatoria”, è entrata nella piccola cappella della Casa di Cura ad accendere un cero alla Madonna.
“Sono anni che lo non facevo più”, confida. Quel paziente non è un suo familiare e neanche un conoscente. Ma è come se lo fosse. Sicuramente è una persona speciale.
Il suo nome è Jorge Mario Bergoglio. Sì, proprio lui, il Papa venuto “dall’altra parte del mondo”.
Naturalmente, ci siamo posti il problema. Scriviamo oggi, sulla base di fonti certe, che papa Francesco ha un tumore al cervello e fino a ieri ci siamo domandati se fosse lecito violare in maniere così evidente la privacy di un uomo.
Un uomo che a dicembre compirà 78 anni. Abbiamo ritenuto che in questo caso il diritto alla riservatezza contasse un po’ meno del diritto dell’opinione pubblica ad essere informata.
Quel che vale per i capi di Stato e di governo vale a nostro avviso anche per il capo della Chiesa cattolica: in casi del genere, la malattia cessa d’essere una faccenda privata per divenire una questione di pubblico interesse in ragione dell’enorme responsabilità che grava su malati così straordinari.
Si è lungamente parlato, negli scorsi anni, del tumore alla prostata di Silvio Berlusconi così come della malattia che affliggeva papa Wojtyla e, dopo di lui, delle patologie di Benedetto XVI.
In nessuno di questi tre casi la notizia del corpo malato ha minato la credibilità del “leader”; in tutti e tre questi casi l’immagine dell’uomo ne è uscita rafforzata.
Francois Mitterand negò fino all’ultimo di avere un cancro, ritenendo che l’ammissione avrebbe leso la maestà della Presidenza francese, Ronald Reagan toccò il culmine della propria popolarità negli Stati Uniti e nel mondo rivelando d’avere l’Alzheimer.